SCUOLA. QUAL E’ LO STATO DELL’ARTE A SCICLI? di Marco Causarano

Mi colpisce, proprio nei giorni in cui il Ministero della Salute e quello dell’Istruzione, ma anche l’Istituto Nazionale di Sanità, cominciano a diffondere le linee guida necessarie ad affrontare il nuovo anno scolastico, la pubblicazione del bando comunale con il quale il Comune di Scicli annuncia di ricercare immobili in affitto da adibire ad uso scolastico. Seguo, come tanti, ma con interesse diretto derivante dall’essere genitore di due figli in età scolare, il dibattito intorno all’apertura del prossimo anno scolastico il 14 settembre prossimo, riservando particolare attenzione ai provvedimenti assunti dal Dicastero retto dall’Azzolina e, non ultimo lo scontro che questa ha avuto con i sindacati (con contestuale sostegno di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera proprio sabato scorso).

Il dato di partenza è che con il Coronavirus dovremo fare i conti per un bel po’ di stagioni, gli scienziati parlano addirittura di anni per un vaccino efficace e, dunque, non è situazione che si può affrontare in emergenza ma con programmazione e pianificazione delle tante situazioni che si potranno determinare durante l’anno scolastico. Non mi dilungo, per altro, sulle politiche nazionali, poiché è scarsa l’incidenza che su queste si può avere dai territori, però è giusto comprendere cosa si sta facendo anche a livello di amministrazione locale per garantire il miglior avvio dell’anno scolastico a Scicli. Ecco perché mi colpisce un avviso pubblico pubblicato solo il 21 agosto (non è già tardi?) che richiederà tempi e risorse per l’adeguamento delle aule, per il loro collaudo, per il loro allestimento, per la pulizia, ecc. Ancora più perplesso, per altro, mi lascia l’assoluta mancanza di notizie riguardo temi con i quali, volenti o nolenti, dovremo pur confrontarci. Ad esempio, in una fase nella quale è necessario un utilizzo massimo degli immobili a disposizione delle scuole è ancora saggio avvalersi della c.d. “settimana corta” (solo cinque giorni a settimana) e lasciare le aule vuote ogni sabato mattina?

Ed ancora, non è il caso di prevedere turni anche per il pomeriggio?

Per fare ciò, anche per fronteggiare eventuali doppi turni, bastano i pulmini in dotazione all’ente Comunale o sarebbe il caso di acquistarne altri per far fronte all’emergenza, con ciò rendendosi più che urgente l’adozione del bilancio di esercizio?

Com’è la situazione nelle borgate? Specie Sampieri e Cava d’Aliga?

In che termini, ancora, i Dirigenti scolastici si avvarranno della tanto sbandierata autonomia che è stata il “mantra” delle politiche scolastiche di questi ultimi anni? Può passare il concetto per cui all’orario scolastico bisogna solamente togliere (togliere un giorno la settimana, ridurre l’ora a 50 minuti anziché  60, ecc.) piuttosto che aggiungere per qualificare la didattica in aula?

E’ dello scorso 1 luglio un comunicato stampa del Vice Sindaco Riccotti con il quale, ad esito di un incontro con i dirigenti scolastici, si annunciava che l’ente era “già al lavoro per garantire le misure anti contagio negli istituti comprensivi, comprendenti scuola media, scuola primaria e scuola dell’infanzia” affermando che “Scicli ancora una volta si conferma all’avanguardia nelle politiche scolastiche, anche grazie al clima di collaborazione tra il Comune e gli istituti della città.” Bene tralasciando gli aggettivi (non è mia intenzione fare polemica), è dato conoscere in che maniera si è lavorato in questi mesi sugli immobili scolastici (di proprietà del Comune) “per garantire le misure anticontagio”?

Personalmente ritengo che il tema non sia solamente appannaggio dei dipendenti del Ministero dell’Istruzione,(siano essi Dirigenti,insegnanti o personale amministrativo) oppure dei soli genitori, ma che queste scelte debbano essere portate all’ordine del giorno del dibattito politico locale, coinvolgendo tutti gli attori in gioco, anche mediante il pieno coinvolgimento di organismi rappresentativi (Consigli d’Istituto, di Classe, ma anche il Consiglio Comunale) poiché la buona riuscita dell’anno scolastico è interesse di tutta la comunità (non solamente di genitori ed alunni). Tutti dobbiamo impegnarci per la migliore riuscita di questo anno scolastico senza demandare a Ministero, Provveditorato ecc. responsabilità che possono essere assunte a livello locale.

Essere un Comune nel quale si svolge ordinariamente l’attività didattica, nella consapevolezza che momenti di difficoltà comunque si avranno, qualificherebbe realmente l’azione amministrativa locale, magari senza grandi titoli sui giornali di cui fregiarsi ma nella consapevolezza di aver reso il giusto servizio di serietà e responsabilità ai nostri figli.

Marco Causarano

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