Il “Brancati” di Scicli fa un appello per l’Archivio di Stato a Modica e per l’Archivio Busacca di Scicli

Il Movimento Brancati di Scicli fa un appello perché venga riaperta al pubblico la sezione modicana dell’Archivio di Stato di Ragusa. Malgrado gli sforzi del Direttore, a causa della mancanza di personale,in questo momento a Modica la consultazione dell’archivio è limitata a un paio di giorni al mese. Il disagio dura già da tempo, impedendo a ricercatori e studiosi di svolgere il proprio lavoro. In questi giorni a Roma sarà decisa l’assegnazione di nuove unità per gli archivi siciliani. Il Brancati invita dunque il Ministro, ma anche i deputati nazionali e regionali, i sindaci e le autorità preposte, a intervenire per porre fine a questa situazione di disagio. 

Sempre in tema di archivi, il Brancati ha inviato una lettera all’Opera Pia “Busacca” di Scicli, alla Soprintendenza Archivistica della Sicilia e, per conoscenza, al Sindaco di Scicli, facendo un appello per l’archivio Busacca. Riportiamo qui di seguito il testo della lettera:

“Con la presente facciamo un appello per il riordino, l’inventariazione e l’informatizzazione dell’Archivio storico dell’Opera Pia “Pietro di Lorenzo Busacca”, attualmente custodito a Scicli in una stanza di Palazzo Busacca. Un inventario redatto nel 1977 (consultabile sul sito della Soprintendenza archivistica della Sicilia all’indirizzo https://saassipa.cultura.gov.it/archivi-vigilati/inventari-on-line/), quantifica la consistenza dell’archivio in oltre 1.000 carpette. La documentazione va dalla metà del Cinquecento fino al XX secolo e comprende anche manoscritti preziosi per la storia del benefattore e dell’amministrazione dell’Opera Pia, per le vicende dell’importante Confraternita di Santa Maria la Nova e della sua chiesa, e per la storia politico-sociale, economica e urbanistica della città. L’importanza dell’archivio è attestata da numerosi saggi, articoli, libri, tesi di laurea etc. che hanno utilizzato alcuni esemplari della documentazione in esso contenuta, e in particolare dal volume di Giuseppe Barone, L’oro di Busacca. Potere, ricchezza e povertà a Scicli (secc. XVI-XX), edito a Palermo da Sellerio nel 1998, quasi interamente basato su questo corpus archivistico.

Oggi riteniamo opportuno che l’archivio venga nuovamente attenzionato. A nostro parere occorrerebbe una spolveratura e un riordino di tutto il materiale, oltre che una più dettagliata sistemazione e inventariazione informatizzata condotta sulla base dei più recenti criteri archivistici. Secondo noi si dovrebbe poi procedere alla informatizzazione e alla digitalizzazione dei documenti più significativi, così da consentire una maggiore salvaguardia e tutela dell’archivio, ma anche una più agevole fruizione ed una efficace valorizzazione. Siamo consapevoli che un’operazione di tal genere comporta quanto meno il trasferimento, chiaramente momentaneo, del materiale archivistico presso la più vicina sede della Soprintendenza, cioè a Ragusa presso l’Archivio di Stato. Ma le recenti esperienze fatte con i restauri di alcuni dipinti sciclitani ci fanno ben sperare nella riuscita dell’iniziativa.

Sappiamo che di recente la Soprintendenza archivistica della Sicilia ha già mosso i primi passi in questa direzione. Proprio per questo facciamo un appello, anche al Sindaco di Scicli, perché non si pongano ulteriori indugi e si dia inizio a questa operazione di tutela e valorizzazione di un patrimonio così importante per la nostra città”.

Il Mov. culturale V. Brancati di Scicli

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