UN ACCORDO PER NON SCIOGLIERE IL CONSIGLIO COMUNALE? CHIAREZZA PER LA CITTA’

Al Consiglio Comunale di ieri sera Γ¨ stato dichiarato che nel 2014 ci sarebbe stato “un accordo” per evitare lo scioglimento per mafia del Comune di Scicli se i consiglieri si fossero dimessi fino a far cadere il Consiglio. Riteniamo che queste affermazioni, di per sΓ© gravissime, siano ancora piΓΉ gravi se pronunciate da un consigliere comunale durante una seduta pubblica del massimo consesso cittadino.

Premesso che i sottoscritti abbiamo deciso di ricorrere sino al Consiglio di Stato per fare chiarezza fino in fondo su quello scioglimento, convinti come siamo che troppe ombre – ancora oggi – si affastellano attorno aΒ quellaΒ vicenda, adesso –Β alla luce di queste dichiarazioni pubbliche – riteniamo sia interesse primario della cittΓ  che, il consigliere comunale Claudio Caruso, chiarisca fra chi era questo “accordo” e soprattutto che cosa prevedeva, una volta che Sindaco e Consiglio fossero stati tolti di mezzo.
La tesi di uno scioglimento voluto da chi aveva interesse (e forse li ha tutt’oggi) a sottomettere il territorio di ScicliΒ  ai signori delle discariche e delle industrie del petrolio Γ¨ ormai stata fatta propria dalla Commissione Antimafia, che non per nulla ha voluto ascoltare la voce dell’ex Sindaco e del Comitato Salute e Ambiente, mentre come Γ¨ ormai noto a tutti come una strenua difesa del territorio Γ¨ venuta dalle coraggiose azioni intraprese da tutti i livelli di Legambiente.
Questi i fatti. Ad ogni modo, chiediamo che il Presidente del consiglio comunale e l’Amministrazione comunale mandino gli atti ed i verbali del consiglio di ieri sera alla Commissione regionale Antimafia che, per l’appunto, si sta occupando anche delle vicissitudini relative allo scioglimento del Comune di Scicli.
Riteniamo assolutamente doveroso che i cittadini sappiano quali trame e quali vicende si sono giocate attorno a quella vicenda che la cittΓ  ha duramente pagato in termini di immagine e di ordinaria gestione delle attivitΓ  amministrative sulle quali la sospensione degli organismi rappresentativi democraticamente eletti ha inciso profondamente.

Bernadetta Alfieri, Marco Causarano, Alessia Gambuzza, Pino Savarino, Gianpaolo Schillaci e Gianni Trovato

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