Sciclilegge ai tempi del coronavirus

Un modo sereno e proficuo (al contempo piacevole) per passare le ore in casa, di questi tempi, può essere la lettura o rilettura di libri che possiamo trovare nei nostri scaffali. Noi lo stiamo facendo, con sorprendente godimento, e vi indichiamo alcuni titoli che possono suscitare un certo interesse:

-“La Sicilia dei Miccichè” di Salvo Miccichè e Giuseppe Nativo. Il piacere di scoprire – con documentazione – il ruolo di un benemerito di Scicli tra ‘500 e ‘600, al pari dell’opera di un altro grande (Pietro di Lorenzo Busacca). Da pagina 28  a pag.59 la storia di una famiglia e di uomini che fecero tanto bene in città, specie in occasione della pestilenza del 1626. Libro documentatissimo anche per conoscere meglio la storia della Sicilia attraverso le storie di casati e famiglie.

-“Lettera a una professoressa” della Scuola di Barbiana. Un vecchio testo del 1976 dei ragazzi di Don Lorenzo Milani. A distanza di oltre 44 anni rileggerlo può diventare nutrimento e confronto mentale con una scuola (la nostra)  che ancora fatica nei fondamentali  del rapporto docente-alunno.

-“Tempo, sei maestro” di Salvatore Poidomani. E’ un libro che presenteremo al Brancati non appena l’emergenza coronavirus finirà. Se intanto avete la possibilità, leggetelo. E’ un romanzo, per certi aspetti, di formazione, ma anche di riflessione, di accoglienza-integrazione, di serena lettura attorno a temi di estrema attualità. Nella cornice del nostro territorio, tra una Modica mai nominata e una costa  marina a noi molto familiare, tre bei personaggi positivi: il professore, il maestro (pittore), il giovane Majdi.

-“La cappella di famiglia, e altre storie di Vigata” di Andrea Camilleri. Un umorismo a lenta combustione – dice Salvatore Nigro- nel risvolto di copertina. Ed è vero. Otto racconti della Vigata storica tra 1862 e 1950. L’avevamo letto con piacere, lo stiamo rileggendo e si scoprono tante altre cose rispetto alla prima lettura. Godibilissimo.

_”O ntraunira l’ura” di Giuseppe Nifosì. Recentissimo. Se non lo avete letto, fatelo al più presto. Vi riconcilia ancora di più con la Scicli d’antan ma soprattutto con le nostre origini. Dialetto, modi di dire, cunti,  che ci rivelano tanti nostri modi di pensare e di operare. E soprattutto  scoprire la saggezza di chi c’è stato prima di noi e il lascito prezioso che ci hanno “confezionato” a futura memoria. Se non lo trovate, fatevelo prestare!

Franco Causarano

 

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