Franco Antonio Belgiorno: il giornalista, lo scrittore, il critico d’arte, l’affabulatore, il viaggiatore…

Serata di letture, aneddoti, ricordi, ma anche di conversazione piacevole e interessante quella di ieri sera al Caffè letterario Brancati, per ricordare (nel decennale della scomparsa) lo scrittore Franco Antonio Belgiorno. Ad introdurre il “viaggio letterario” Franco Causarano, con uno dei primi articoli scritti da Belgiorno per il Giornale di Scicli, “Aspettando Palermo”, poi la scheda critica di Giuseppe Pitrolo sul giornalista-scrittore che ha dato modo di posizionare l’opera del Nostro nella più ampia e valida storia letteraria contemporanea della Sicilia e dell’Italia. Costanti da parte di Pitrolo le letture di brani, che hanno permesso di godere proprio della scrittura di Ciccio. Così come sono state le letture di Gemma Battaglia (pezzi da “I guardiani di nuvole”) e di Bernardetta Alfieri (da “Cartellonaria”): un mondo, quello della Modica d’antan, ancora carico di suggestioni emotive e di preziosi lasciti culturali. Molto interessanti gli interventi di Paolo Nifosì e Piergiorgio Barone. Il primo ha parlato del rapporto di Belgiorno con Piero Guccione, il modo serio con cui si avvicinava all’opera del grande amico-pittore e i tanti articoli di critica d’arte a lui dedicati; su tutti, il volume della “Control Data” tedesca che Belgiorno volle realizzare insieme a Dieter Porzel per la strenna del 1993. Una preziosità introvabile ormai, unitamente agli altri volumi allora dedicati annualmente al territorio del ragusano!

Barone ha presentato delle lettere di Belgiorno; una fitta corrispondenza tra lui dalla Germania e l’amico giornalista, direttore dell’allora mensile “Comunità” a Modica. Lettere che ci svelano un Franco Antonio ben coinvolto nelle tematiche del tempo e sempre pronto a dire la sua su fatti e persone. Un testimone scomodo – se si vuole – ma coraggioso nel delineare caratteri e situazioni.

Maria Teresa Spanò ha quasi concluso la serata con un’ottima lettura- interpretazione di “Blu moon”, un racconto che fa parte della raccolta “Ore rubate”. Piacevolissimo l’accompagnamento alle chitarre di Carmelo Errera e Toni Iurato, che hanno “conversato” con le note (e con le scritture) nei momenti più giusti. La chiusura con un breve brano tratto da “Il giardino e l’assenza”, forse il libro più bello di Ciccio Belgiorno. (nella foto Bernardetta Alfieri legge il racconto “Jasamina”).

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