Cineforum a Scicli, seconda parte. Si ricomincia con “Un affare di famiglia” il 15 aprile.

Arriva la primavera e rieccoci per la seconda tornata, il secondo ciclo del cineforum che si svolgerà al Cinema Italiaporta con sé tre importanti titoli.

Si ricomincia il 15 aprile con l’unico vero capolavoro di questa stagione cinematografica: “Un affare di famiglia” (nella foto) di Hirozaku Koreeda, Palma d’Oro dello scorso Festival di Cannes, questo regista è sorto all’attenzione del pubblico italiano nel 2014 con il film “Father and son” in cui due famiglie si rendono conto che i loro bambini di ormai sei anni sono stati scambiati per errore immediatamente dopo la nascita, che fare quindi? Ricollocare i rispettivi figli nella loro famiglia biologica e sottoporli al trauma o continuare ad allevare il bambino che hanno cresciuto?  Perché racconto la trama di questo film e non quella di “Un affare di famiglia”? Perché davvero non bisogna anticipare niente del film ma magari far presente che le domande che si pone Koreeda su dove comincia e dove finisce il concetto di famiglia possono suonare controverse e paradossali e che il concetto di famiglia “tradizionale” nei suoi film è sottoposto a sfaldamento…Un film apparentemente semplice, di una genuinità commovente e volto ad uno sguardo sui rapporti umani che in realtà suonano stranianti quando non rientrano nella norma. Forse già da considerarsi un classico.

È proprio il caso di dichiarare esplicitamente la mia passione per il film in programmazione lunedì 29 aprile: “El abrazo de la serpiente” di Ciro Guerra è una meraviglia in grado di far tornare a provare agli adulti il “sense of wonder”: la stupefazione e il trasporto che di norma possono solo rievocare di aver provato nell’infanzia davanti a qualche film d’avventura.

Il film comincia nel 1909 quando un etnologo tedesco esploratore dell’Amazzonia, avendo contratto una febbre che la medicina canonica non riesce a curare, è costretto ad andare a chiedere aiuto ad uno sciamano indio che vive da eremita. Non entusiasta di aiutare un bianco europeo (la sua cultura e il suo popolo sono già stati quasi spazzati via dai bianchi), l’indigeno uomo di medicinaaccetterà di mettersi in cammino con lui alla ricerca di una pianta sacra in grado di curarlo.Ma d’un tratto il film si sposta nel 1940, un botanico statunitense ha con se i diari del tedesco e incontra a distanza a più di trent’anni lo stesso sciamano per chiedergli chiarimenti a proposito della pianta sacra, com’è andata a finire per il tedesco? E cosa succederà allo statunitense? Un film di rara forza visiva che coltiva il sogno di veder confluire nella cultura occidentale l’eredità di quella degli indios, che sapevanovivere in armonia con la natura.Si tratta del primo film colombiano ad essere candidato all’oscar come miglior film straniero.

 “Mektoub, My Love: Canto Uno”di Abdellatif Kechicheè il terzo e ultimo film del ciclo e sarà in programma lunedì 6 maggio. Questo regista già vincitore della palma d’oro nel 2013 con “La vita di Adele” torna a parlare di passaggi di età e dell’educazione sentimentale di un timido ragazzo di origine tunisina che torna da Parigi per le vacanze nella città dove vivono i suoi, sulla costa meridionale della Francia, un estate in cui avrà la possibilità di riallacciare i rapporti con i familiari e con gli amici più cari, a cominciare dal cugino Tony e dall’amica Ophélie.Ambientato nel 1994 è liberamente tratto dal romanzo di François Bégaudeau “La ferita, quella vera”. Kechiche è forse l’unico regista in circolazione a poter rivaleggiare con Matteo Garrone per talento visivo, l’abilità con cuisa filmare i corpi (attenzione ad una scena di sesso piuttosto “calda” con cui si apre il film) e l’ingegno con cui sa imbastire delle lunghe sequenze che,cogliendo la luce estiva, lasciano lo spettatore come ipnotizzato, ne fanno uno dei registi il cui sguardo è sostanza.

Rispetto al primo ciclo cambia l’orario delle proiezioni: 19 e 21.30, mentre per l’ultimo film data la sua durata ci sarà una proiezione unica fissata alle 21. L’abbonamento costerà 12 euro e sarà acquistabile alla cassa del Cinema Italia e alla Libreria Don Chisciotte. Biglietto singolo 5 euro. Soprattutto auguri di buona visione! 

 Peppe Puglisi

 

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