Chiafura: il libro, gli autori, le scoperte, la documentazione, le foto inedite, le lotte contro la povertà, il piano di riqualificazione e fruizione.

Pubblico delle grandi occasioni per la presentazione del libro “Chiafura” curato dal prof. Paolo Militello, sabato sera a Palazzo Spadaro. Segnale importante per capire come la storia della città riesca ad interessare e richiamare sempre più gente. I relatori, d’altra parte hanno dimostrato tutto il loro valore sul piano delle conoscenze e delle proposte avanzate, così da far registrare anche il sold out delle copie disponibili del libro, a fine incontro.

E il libro nel suo complesso è ben riuscito innanzitutto come prodotto e progetto editoriale: si apre con la ricostruzione storica del luogo Chiafura, che porta la firma appunto del curatore prof. Paolo Militello. Ricostruzione seria e documentata che inizia dal Medioevo fino al XX° secolo, non mancando naturalmente di importanti riferimenti archeologici. In questo caso aiutano le ricerche di studiosi come Elio e Pietro Militello, e i progetti per una riqualificazione dell’abitato rupestre a firma di Ignazio e Alessandro Lutri. Progetto già realizzato nel 2003 con la sindacatura Falla. E poi ancora il ruolo della Soprintendenza che segue già da alcuni mesi la progettazione di un piano per l’utilizzo di fondi regionali (ben 8 milioni di euro) per il “consolidamento statico delle abitazioni rupestri del quartiere, il miglioramento delle vie di accesso e dei percorsi, la realizzazione di impianti idrici, fognari e di illuminazione.” Il progetto definitivo è stato già approvato il 7 gennaio del 2022; l’archeologo Saverio Scerra si augura che il piano possa partire già entro il 2024 nell’ambito delle attività del Parco Archeologico di Kamarina e Cava d’Ispica all’interno del quale entra a farne parte il sito di Chiafura e la collina di San Matteo.

Nel libro tante altre notizie e scoperte, soprattutto sul piano della ricerca documentaria e fotografica. Il curatore ha avuto il merito di ritrovare immagini che ci rivelano la “vita quotidiana” a Chiafura agli inizi degli anni ’50 del secolo scorso. Sono foto ovviamente in bianco e nero che ci danno la visione di vita dei nuclei familiari, che emergono dall’anonimato riacquistando nome e cognome nelle didascalie che lo studioso è riuscito a documentare. E ancora la visita del ’59 degli intellettuali che posero all’attenzione nazionale il “caso Chiafura”, ma anche i tanti documenti che certificano la mobilitazione della politica locale ad iniziare dalla Sindacatura del democristiano Prof. Ignazio Occhipinti (il 22 dicembre prossimo presentazione a Scicli di un libro a Lui dedicato), per continuare con l’impegno della sindacatura Cartia, la visita di Pajetta e delle tante adunate e convegni-denuncia del PCI, per arrivare ai convegni e alle proposte del nuovo Movimento Brancati negli anni ’80.

Libro di storia si, ma anche e soprattutto di riordino documentale, a vantaggio della corretta comunicazione, oltre che prodotto culturale cui la città può e deve fare riferimento. E la serata di sabato 16 dicembre, tenutasi nell’ambito dei festeggiamenti dei 25 anni di vita e operatività di Confeserfidi Scicli, può ben a ragione rientrare nelle cose più belle che Scicli ha saputo organizzare quest’anno.

F.C.

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