Contro la violenza, lo sguardo al futuro. A Scicli la commemorazione di due donne vittime di femminicidio.
In una giornata simbolica e profondamente significativa come quella del 25 novembre,seppur tra mille ostilità, Casa delle Donne di Scicli ha scelto di commemorare le donne vittime di femminicidio con uno striscione nero – il colore del dolore che grava sulle famiglie e sugli affetti di ogni donna uccisa – affisso al bastione di San Matteo. Un gesto semplice, certo, ma necessario. Soprattutto quest’anno, in cui il colle non si è tinto di rosso. Immerse come siamo in una frenesia che ci distrae e ci anestetizza, sarebbe bastato sollevare lo sguardo al colle, come tutte e tutti facciamo, quasi istintivamente, per ricordarci che era la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, per scuoterci dal comodo torpore della quotidiana indifferenza facendoci rivolgere un pensiero alle sorelle uccise dall’inizio del 2025. Quel rosso, insomma, avrebbe potuto non significare nulla, e al contempo avrebbe saputo farci sentire meno sole, nel dolore o nella lotta. Pazienza: San Matteo tornerà a tingersi di luci colorate alla prima, futile occasione.
Alle 18:00 l’incontro organizzato da Casa delle Donne alla Chiesa Metodista, dove l’avvocata Patrizia Schiarizza, presidente de Il Giardino segreto, associazione che si occupa di orfani di femminicidio, insieme alla presidente dell’associazione sciclitana, Melania Carrubba, annuncia il desiderio e l’auspicio di suggellare un protocollo d’intesa che possa diventare un faro per un territorio martoriato dalla violenza domestica. Ma perché parlare di bambine e bambini proprio il 25 novembre? Ebbene, in un incontro in cui si sono ricordate Rosetta Trovato e Lia Rizzone Favacchio, alla presenza del fratello della donna sciclitana uccisa dal marito nel 2012 e di Francesca Rizzone Favacchio, che con Schiarizza si occupa delle bambine e dei bambini rimasti senza genitori a seguito di un femminicidio e che porta nelle scuole la propria testimonianza, si è proiettato con grande commozione il passato nel presente, e poi il futuro ha fatto irruzione nella sala gremita della Chiesa Metodista: studentesse e studenti tra i 15 e i 18 anni hanno emozionato il pubblico con letture e performance; hanno mostrato consapevolezza, tenacia nelle avversità (e non poche per la serata!), creatività e audacia. E alla fine la parola che più volte è rimbalzata sulle bocche di tutte le persone presenti è stata “Speranza”. E nessuno può ucciderla!
Insomma, a Scicli, il 25 novembre 2025, Casa delle Donne ha parlato di futuro, e poi il Futuro ha parlato per sé.
