“Vissi d’arte” allo Spazio d’arte di Mavie Cartia.

Grande successo ieri presso la Galleria MAVIE SPAZIO ARTE in  via Aleardi 21 a Scicli durante il vernissage  :’Vissi d’Arte Vissi d’Amore” a cura di Mavie Cartia. Presentata dal Critico d’arte Andrea Guastella e dalla scrittrice Evelina Barone. Dieci gli artisti in questa collettiva, trentatré opere d’arte di pittura, scultura e gioielli d’autore:Alvarez, Cartia, Canavacci, De Angelis, Gennaro, Guccione, Monteleone, Perego, Ragusa, Viola. Splendido il concerto d’Arpa del Maestro Fabio Rizza. Il tutto accompagnato da degustazione di vini offerti da ‘Vini e Dintorni’ di Irene Brafa. Di seguito la presentazione di Andrea Guastella:

“MavieCartia è una donna speciale. Da sempre dipinge, ma da qualche anno a questa parte ha deciso di passare dall’altro lato della barricata, aprendo una galleriad’arte a Scicli, nell’estrema provincia siciliana. Ora, chiunque abbia mai commerciato sa quanto sia difficile chiudere un buon affare. Il venditore, prima che una merce, vede sé stesso, cercando di stabilire con l’acquirente un rapporto personale. E questa, nel caso del gallerista, è solo la parte finale del lavoro. Non si tratta di scambiare col denaro semplici oggetti, ma artisti: un quadro, una scultura sono infatti, né più né meno,un prolungamento fisico dei rispettivi autori. Autori, per lo più siciliani e di sesso femminile, con cui Maviepercorre una strada comune. C’è Luciana Perego, con i suoi “contenitori del vuoto”: oggetti destituiti della funzione d’uso originale che riflettono il bisogno di “fare vuoto” affinché emerga, come lei stessa afferma,“un particolare, una parola, forse il particolare che mancava”. Accanto a lei, Lucia Ragusa, con le sue inquadrature sghembe, i tagli arditi, accesi da una pittura grumosa che ne esalta i valori tattili, Miriam Viola, coi suoi volti gentili ma decisi e Giovanna Gennaro, con il suo tocco umbratile, dissolto, le immagini sfumate come in sogno. Un sogno che si fa dolce e confidente, come una foto dall’album di famiglia, nei piccoli paesaggi di Maria Grazia De Angelis per virare in presagio, non necessariamente oscuro ma inquietante, nelle palme e nei corvi di Ignazio Monteleone e nelle figure grottesche di Stefano Canavacci: uomini soli, smarriti, senza corpo, o individui innestati su un unico tronco intenti a distruggersi a vicenda. Su tutti vegliano, numi tutelari, Piero Guccione e Sonia Alvarez, le cui opere, appartenenti alla collezione di Mavie, custodiscono un segreto:la capacità di chiudere il cielo in una stanza, l’universo in un particolare. Vivere d’arte e d’amore non significa,del resto, trarre dall’arte un comunealimento: significa trasfonderla nella propria storia. Gli autori convenuti in questa mostra, a cominciare dalla collega che li ospita ed espone insieme a loro,sono tutti, direbbe Courbet, uomini e donne di vita e amanti appassionati. Sta a noi, alla nostra sensibilità e buon gusto – che è poi lo stesso ardore, espresso in altra forma, per l’arte quotidiana – fare in modo che la loro dedizione non venga ripagata, come accade alla protagonista del capolavoro di Puccini, con atroci tormenti epresagi di sventura.”

Andrea Guastella

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