Tutti i Comuni del ragusano superano la soglia del 65% nella raccolta differenziata nel 2021. A Scicli il 65,15.

COMUNI% RD 2020% RD 2021 *
ACATE58,9768,11
CHIARAMONTE GULFI73,2975,38
COMISO69,2668,51
GIARRATANA75,8774,91
ISPICA66,6266,34
MODICA59,7666,75
MONTEROSSO ALMO81,1081,24
POZZALLO65,3167,97
RAGUSA67,3171,42
SANTA CROCE CAMERINA67,9269,95
SCICLI49,6065,15
VITTORIA55,1465,63
PROVINCIA DI RAGUSA62,5268,15

Con 7 anni di ritardo rispetto alla migliore realtà italiana ( Treviso ) tutti i comuni della provincia di Ragusa superano nel 2021 il 65% di  RD (Dato provvisorio soggetto a verifica ARPA Sicilia ). Una situazione invidiabile in Sicilia, seconda solo alla provincia di Trapani che ha raggiunto il 76%,  ma che non evita possibili crisi ambientali nel caso in cui tra qualche mese dovesse chiudere la discarica Oikos di Motta Sant’Anastasia. La provincia infatti ad oggi risulta carente di impianti sia per il trattamento dei rifiuti raccolti in modo differenziato e di impianti di pre-trattamento del rifiuto residuo che di impianti per lo smaltimento finale. Se con l’utilizzo dei fondi del PNRR per l’economia circolare la provincia di Ragusa raggiungerà l’autosufficienza nel settore del trattamento dei rifiuti differenziati entro un paio di anni , non altrettanto può dirsi per lo smaltimento della frazione residua e degli scarti di selezione. Ad oggi 42.000 tonnellate di rifiuto residuo e 15.000 tonnellate di scarti di selezione per un totla di 57.000 tonnellate, riducibili a 49.000 raggiungendo i risultati di Trapani,   vanno a finire in discarica. Eppure nel rifiuto residuo ci sono ancora materiali recuperabili come carta e cartone, plastiche varie e metalli.

L’attuale TMB di Ragusa, pur includendo una sezione dedicata al trattamento biologico per stabilizzare la parte organica fermentabile ancora presente nel residuo, è del tipo tradizionale e molto datato, tanto da incontrare difficoltà nel garantire risultati adeguati. In queste condizioni non riesce a recupera nulla e di conseguenza non riduce l’uso della discarica.

Se invece si considerasse la possibilità di sostituire il  TMB  attuale con attrezzature adeguate e moderne per la selezione dei rifiuti residui e il recupero dei materiali, si potrebbe contribuire a garantire a:

● Una maggiore stabilità biochimica dei materiali fermentabili, contribuendo a minimizzare le ripercussioni negative una volta che tali materiali sono interrati in discarica;

● Una riduzione del peso totale dei rifiuti smaltiti in discarica grazie a dispersioni (CO2 e acqua) dalla stabilizzazione biologica e al recupero dei materiali (metalli e/o plastiche e/o carta)

● Maggiore flessibilità e adattabilità all’interno del sistema.

Il nuovo TMB che dovrebbe sostituire l’attuale chiamato “Material Recovery and Biological Treatment” ( MRBT ) è strutturato in tre sezioni : una sezione dedicata alla separazione dei materiali secchi dall’organico, una sezione dedicata allo “smistamento meccanico” con il quale si possono separare materiali come la pellicola di plastica dalle bottiglie , la separazione dei materiali plastici basata sul colore, forma, proprietà strutturali e composizione chimica, recuperando ad esempio diversi polimeri o tipi di carta, la separazione dei metalli ferrosi e di alluminio, una sezione dedicata al trattamento biologico per le sostanze organiche separate meccanicamente ( compostaggio ).

Le opzioni di pretrattamento per i rifiuti residui basati sul MRBT mostrano vari vantaggi rispetto agli inceneritori e co-inceneritori : possono operare con dimensioni anche sotto le 50.000 tonnellate come quelle necessarie per la provincia di Ragusa ( gli inceneritori non riescono a scendere sotto le 150.000 tonnellate ), costano molto ma molto di meno  degli inceneritori, si realizzano in meno tempo, in genere 2 anni rispetto agli 8-10 degli inceneritori, non immettono in atmosfera CO2 con effetti climalteranti. In questo modo si dimezzerebbero i rifiuti in discarica ad oggi , mentre arrivando al 75% di RD ci si avvicinerebbe di molto agli obiettivi di rifiuti da inviare in discarica al 2035 previsti dalla UE.

Tutto ciò va però affiancato a interventi di riduzione dei rifiuti e miglioramento della qualità della raccolta differenziata. Sono interventi che in una provincia piccola e con pochi comuni come quella di Ragusa potrebbero e dovrebbero essere centralizzati specialmente quelli sulla qualità della RD, oggi scarsa : infatti lo scarto dell’umido nel 2021 si è attestato in media al 28% pari a circa 15.000 tonnellate , mentre quello del multimateriale leggero ( plastica e metalli ) a poco meno del 30% pari a circa 3.000 tonnellate. Per migliorare serve molta più comunicazione, oggi scarsa, e controllo attraverso l’istituzione dell’agente accertatore comunale ambientale, dipendenti comunali che operano come pubblici ufficiali e che assumono i poteri di accertamento e contestazione previsti dagli articoli 13 e 14 della legge 689/81, da affiancare ai vigili urbani oggi insufficienti e in diversi comuni di fatto inesistenti.

Il vicepresidente di Legambiente Ragusa- Dott. Claudio Conti

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