Scompare il verde pubblico a Scicli? Dopo le spiagge libere ora tocca al verde pubblico

La sentenza del TAR Catania del primo marzo di quest’anno 2021 può determinare la cementificazione e la scomparsa delle aree a verde pubblico nella città di Scicli. Questo perché il Comune di Scicli non si è costituito in Tribunale, questo perché non si è difeso come avrebbe potuto e, anzi, dovuto fare. Un fatto così grave lo si viene a scoprire leggendo il verbale della seduta della Giunta del 9 aprile pubblicato sull’albo pretorio. Nel quale verbale l’amministrazione dà mandato all’avvocato comunale non già di contrastare la devastante sentenza resa l’1 marzo dal Tribunale amministrativo di Catania, ma soltanto per cercare di ottenere una proroga dei termini! Oltre i quali termini, un ulteriore Commissario ad acta arriverà in città e, questa volta, per sancire l’inaccettabile scomparsa di aree destinate a verde pubblico dal Piano Regolatore attualmente in vigore.

Questa la vicenda. Nel mese di luglio 2020 una società immobiliare ”proprietaria di uno stacco di terreno sito nel centro urbano di Scicli” inoltrava istanza al Comune per cambio di destinazione urbanistica e, non avendo avuto risposta, nel settembre dello stesso anno presentava ricorso al Tribunale Amministrativo. Nella recente citata sentenza del 2021 si legge della “illegittimità del silenzio mantenuto dall’ente”. Lo stesso Tribunale conferma, nella stessa sentenza, l’atteggiamento elusivo del Comune. Invece di essere “silenzioso” ed “elusivo”, il Comune di Scicli avrebbe potuto e, anzi, dovuto depositare nelle mani dei Giudici le due sentenze intervenute a difesa delle aree a verde attrezzato del Piano Regolatore Comunale di Scicli, emesse in occasione di un caso analogo. Una è del 2018 (Tribunale amministrativo di Catania) e l’altra, del 2019, conferma la prima (Consiglio di Giustizia Amministrativa, 30 settembre 2019). In queste sentenze ambedue i Tribunali Amministrativi (Primo grado e CGA) affermano senza ombra di dubbio che, poiché le specifiche norme di attuazione del Piano Regolatore di Scicli consentono gli investimenti dei privati nelle aree a verde pubblico, tutti i vincoli di tipo “F” del Piano Regolatore di Scicli (come quello che ricade sull’area interessata dal ricorso del 2020) sono definiti di tipo “conformativo” e non decadono insieme al Piano Regolatore (che come si sa decade dopo 5 anni). Insomma, se prima del 2018 potevano esserci dubbi interpretativi, a partire dalla data della prima sentenza (15 maggio 2018) diviene un fatto certo che i vincoli sulle aree a verde del Comune di Scicli non decadono insieme al Piano Regolatore, ma permangono. Ragione per la quale non può essere richiesta la riqualificazione urbanistica delle aree interessate. Da sottolineare che anche in quei due procedimenti il Comune non intervenne nel giudizio, ma una buona stella si mise sul cammino dei cittadini Sciclitani, in quanto il collegio giudicante decise autonomamente di approfondire le caratteristiche specifiche del PRG di Scicli e richiese esplicitamente ai Comune le Norme Tecniche Attuative del P RG. Al Comune di Scicli queste due sentenze che tutelano le aree verdi sono ben note, perché non le ha depositate nel giudizio promosso dalla società immobiliare?

Proprio in seguito a questo inspiegabile comportamento, la sentenza dell’1 marzo dà ragione alla società privata e questo è accaduto perché nessuno ha provveduto, da parte del Comune di Scicli, a fare conoscere ai Giudici della causa promossa dall’immobiliare le due importantissime sentenze del 2018 e del 2019. Anche nel caso accaduto a Donnalucata per i famosi “370 appartamenti” il Comune di Scicli non ha fatto sapere alla Commissione per la Valutazione Ambientale Strategica che anche i vincoli di quell’area sono conformativi che, dunque, quella richiesta di riqualificazione urbanistica non poteva nemmeno essere avanzata. La sezione del TAR Catania nella sentenza del 2021 conclude stabilendo l’obbligo del Consiglio Comunale di Scicli a provvedere entro 150 giorni alla riqualificazione urbanistica, in caso contrario verrà inviato un commissario ad acta, l’ennesimo Commissario dall’inizio della gestione Giannone, con compenso ovviamente a carico della comunità sciclitana, sulle spalle della quale Comunità il Tribunale ha già caricato le spese del processo.

Perché il Comune di Scicli, che dispone di un proprio ufficio legale, e dunque a costo zero, non si è costituito in Tribunale nei tempi e nei termini di Legge, tanto che adesso non può più ricorrere in appello? Perché non ha depositato in corso di causa di primo grado le sentenze del TAR e del Consiglio di Giustizia Amministrativa, sentenze che avrebbero definitivamente difeso le zone verdi della Città e chiuso la vicenda a favore del Comune stesso? A chi può giovare il comportamento elusivo dell’Amministrazione volto a fare diventare cementificabili le aree a verde pubblico attrezzato? Se tutto questo fosse stato, invece, frutto di un errore, di una svista, di una negligenza, perché l’amministrazione non convoca il Consiglio Comunale d’urgenza per rimediare tutti insieme, maggioranza e opposizione, a quanto è successo?

Insomma, dopo la vicenda del nuovo Piano Spiagge che rimane inspiegabilmente nel cassetto e alla scomparsa delle spiagge libere, stiamo per assistere alla scomparsa delle aree a verde urbano? In seguito all’incomprensibile comportamento di questa amministrazione e a dispetto delle roboanti dichiarazioni di “consumo di suolo zero”, il territorio di Scicli è lasciato completamente senza difese e le aree a verde pubblico del centro urbano rischiano di scomparire per sempre sotto il cemento delle costruzioni.

GRUPPO PROMOTORE CENTO PASSI SCICLI

(Foto repertorio GdS)


		

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