RELAZIONE ANTIMAFIA: ADESSO DALLE PAROLE AI FATTI! di Marco Causarano

Dopo la relazione della Commissione Regionale Antimafia la politica sciclitana sembra essersi finalmente risvegliata, come spesso capita quando si parla della vicenda dello scioglimento per mafia che, evidentemente, è tutt’altro che un “lutto elaborato”. L’ espressione “infelice ” è stata utilizzata dal Presidente dal Consiglio comunale, non più di qualche settimana fa, per derubricare la vicenda dal dibattito politico cittadino. E tuttavia lo stesso Demaio, dopo questa ulteriore vicenda, ha dichiarato che” bisogna continuare a scavare e trovare chi ha responsabilità (…) “. Prendiamo atto, con favore, del cambiamento di opinione. Non è il primo.
Consentirete, però, di spendere una paio di riflessioni sulla posizione politica del Sindaco rilasciata in questi giorni che, a distanza di anni, finalmente appare chiara e limpida.
Lo ricordo a beneficio di quanti non vissero direttamente quella pagina politica (sia io che Giannone, ma anche Aquilino e Caruso al tempo facevamo parte del gruppo consiliare del PD), poiché fu proprio l’attuale sindaco il primo consigliere comunale dell’epoca a dimettersi durante quelle giornate di fibrillazione, considerando “conclusa” la stagione politica di Franco Susino. Questa era la sua posizione.
Egli non partecipò all’approvazione del piano di riequilibrio finanziario e, a causa delle dimissioni, alla deliberazione degli altri strumenti economici finalizzati alla messa in sicurezza delle casse del Comune di Scicli (da settembre a dicembre 2014), completati i quali l’ex Sindaco si dimise ed il Consiglio Comunale si avviava a nuove elezioni. Sempre a causa di quelle dimissioni Giannone non partecipò alle delicatissime votazioni consiliari che trasformarono l’area di Truncafila, San Biagio ecc. da E1 ad E4 (era il gennaio /febbraio 2015) con la precisa finalità di metterla al riparo dai disegni di chi, una volta sciolto il consiglio comunale, venne allo scoperto manifestando i propri intenti. Sia consentito,infatti, ma tutti avevamo capito che non tirava una buona aria e che dovevamo adottare atti deliberativi (non comunicati stampa) per mettere in sicurezza il territorio . Men che meno, poi, il sindaco aderì ai successivi ricorsi innanzi ai giudici amministrativi volti a fare chiarezza su quanto era accaduto, ma non con contributi economici (dei costi dei ricorsi ci siamo fatti carico noi, il deputato Dipasquale, Franco Susino ed altri privati cittadini che intendevano quell’azioni come un obbligo civico ), ma con un sostegno politico, specie quando divenne primo cittadino.
Va da sé che oggi, di buon grado, Giannone e la sua maggioranza rivendicano di stare proseguendo l’azione di risanamento economico delle casse comunali (come non essere d’accordo e come non ricordare che senza quel piano di riequilibrio avrebbe amministrato un ente in dissesto! ) o di aver ripreso l’iter amministrativo per la variante urbanistica di San Biagio (hanno preso le carte dal cassetto, le hanno mandate all’assessorato regionale e chiesto la pubblicazione sulla GURS). Sono risultati importanti che, come visto, non vengono dal nulla ma, come spesso accade nelle vicende amministrative, vengono da lontano!
Però, adesso, lo dico con chiarezza, mi interessa di più capire se Enzo Giannone, ora che è Sindaco, finalmente passerà dalle parole ai fatti.
Che dovrebbe fare allora un primo cittadino in questa situazione?
Credo che anzitutto dovrebbe conferire un mandato ad un legale e depositare un esposto presso una Procura della Repubblica (quella di Palermo?) per chiedere che venga fatta luce dagli inquirenti sui nuovi squarci che si sono aperti dopo la pubblicazione della relazione dell’Antimafia. Credo che, senza indugio, men che meno oggi, l’ente dovrebbe compiere gli atti demolitivi conseguenti alla dichiarazione di abuso edilizio della Piattaforma per rifiuti speciali. Credo che dovrebbe “pretendere” che la propria maggioranza consiliare voti nuovamente la risoluzione consiliare sulla quale il Consiglio comunale, incomprensibilmente, si è arenato qualche settimana fa, per garantire una posizione unitaria del consiglio (e dunque della città) su tale vicenda. Credo che appena possibile dovrebbe chiedere la partecipazione della stessa Commissione (o quantomeno del Presidente Fava) ad una pubblica assise a Scicli per spiegare a fondo le risultanze di quell’attivita’ e gli altri fatti che, per ragioni di sintesi, non sono in relazione. Credo, perché sino ad ora non lo ha mai fatto, dovrebbe citare in giudizio chiunque vada a raccontare in giro (in televisione, sui Social, dal Presidente della Repubblica….) dello scioglimento omettendo dolosamente di raccontare gli altri fatti che hanno riabilitato la città.
Ecco, credo che un Sindaco, abbia molti spunti di azione per passare dalle parole fatti. Altrimenti lasciamo il campo ai populisti ed i trasformisti, ma quel campo non ci interessa!

Marco Causarano

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