RELAZIONE ANTIMAFIA: A.CI.F.IL SILENZIO DEI COMMISSARI, LE DOMANDE ALL’ON. RAGUSA E LE SPIEGAZIONI DEL PROF.MINEO

Dalla Relazione della Commissione antimafia sul caso Scicli:

“Veniamo al tema centrale dell’inchiesta in oggetto: il progetto di ampliamento della piattaforma di trattamento e recupero rifiuti pericolosi e non, presentato dall’A.CI.F. Servizi Srl e culminato, come abbiamo già detto, con il rilascio A.I.A. (D.D.S. n. 218 del 3 marzo 2018).

L’amministrazione comunale sciclitana viene per la prima volta a conoscenza dell’iniziativa imprenditoriale del signor Giovanni Fiorilla nel maggio 2014: l’impresa presenta la documentazione per l’avvio della procedura V.I.A./A.I.A. e la giunta Susino replica, a luglio, con delle osservazioni negative.

Poi il buio. Così come la Commissione Antimafia avuto modo di appurare, della richiesta dell’A.CI.F. e delle valutazioni contrarie espresse dalla giunta comunale non vi è traccia nella relazione conclusiva firmata dai componenti della commissione ispettiva. Eppure, proprio in costanza dello svolgimento della loro attività di accesso (dal 16 luglio 2014 al 20 gennaio 2015), precisamente il 9 settembre 2014, la ditta di Giovanni Fiorilla produce le proprie controdeduzioni che però, come vedremo, non giungeranno mai all’attenzione del sindaco e della giunta.

Allo stesso modo, nessuna “carta” – neppure la V.I.A. rilasciata dall’A.R.T.A. il 4 maggio 2015 – passa dalla scrivania del viceprefetto Trombadore, il commissario straordinario nominato da Crocetta:

TROMBADORE, già commissario straordinario del comune di Scicli. No, dell’impianto A.CI.F. devo dire la verità non ricordo nulla, non mi pare che sia arrivato nulla a me, infatti le ho lette dopo queste cose.

Ancor più indecifrabile – come abbiamo già avuto modo di descrivere nel dettaglio – è la posizione della commissione prefettizia straordinaria, insediatasi all’indomani dello scioglimento e dunque nel pieno delle proprie funzioni mentre si consumano i passaggi più delicati dell’iter autorizzativo A.I.A..

Sullo sfondo di quei mesi cruciali resta il richiamato scontro tra i commissari prefettizi e l’ingegnere Spanò, l’ex Capo Settore Tecnico del Comune di Scicli:

SPANÒ, già capo dell’Ufficio tecnico del comune di Scicli. Che è stata tagliata ogni possibilità di interlocuzione al sottoscritto con l’amministrazione questo lo posso giurare e sottoscrivere. Non c’era la possibilità di interlocuzione. Mi sento di garantire che se non fosse intervenuto lo scioglimento e fossero rimasti gli organi democratici possibilmente la vicenda A.CI.F. avrebbe avuto uno sviluppo diverso perché al consiglio comunale, vi posso garantire, sarebbe passata, approvata, bocciata, non lo so! Ma di certo non sarebbe arrivata a Palermo l’informativa positiva se non c’era l’avallo del consiglio comunale perché è un vulnus gravissimo e non capisco come è stata adottata all’Assessorato, onestamente parlando.

In che modo questo “vuoto amministrativo” avrebbe favorito il progetto A.CI.F.? Ma soprattutto, com’è stato possibile che questa pratica abbia proceduto in maniera così silenziosa ed invisibile lungo i corridoi di diversi uffici della Regione fino al sugello definitivo dell’A.I.A.?

Il primo ad accorgersi dell’esistenza della pratica A.CI.F. – e della concreta possibilità che si costruisca a Scicli una piattaforma pronta a raccogliere ogni anno 200 mila tonnellate di residui petroliferi – è l’onorevole Giorgio Assenza. Accade tutto per caso. È il 5 aprile 2016: durante i lavori della IV Commissione Ambiente e Territorio[5], l’onorevole Assenza, approfittando della presenza di alcuni componenti della commissione straordinaria (convocati per parlare della cava di Truncafila), introduce il tema A.CI.F.:

Siamo ai primi di aprile del 2016 e la notizia diventa ufficiale: l’A.CI.F. ha ottenuto l’A.I.A. Ha inizio una fase concitata e convulsa nella quale gli eventi si susseguono in rapida successione.

Il 16 aprile l’onorevole Dipasquale chiede al Dirigente Generale del Dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti la revoca in autotutela, previa sospensione, dell’A.I.A. n. 218/2016 (a tale istanza seguirà, in data 19.04.2016, una richiesta di accesso agli atti rivolta sempre alla medesima Autorità compente). Qualche giorno più tardi, alla Camera dei Deputati, l’onorevole Basilio Catanoso rivolge una interrogazione a risposta scritta avente ad oggetto l’autorizzazione integrata ambientale rilasciata in favore dell’A.CI.F. al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, al Ministero per gli Affari Regionali e le Autonomie e al Ministero dell’Interno. A tali iniziative parlamentari ne fanno poi seguito altre, come ad esempio quella della senatrice Venera Padua.

La questione A.CI.F. è ormai esplosa. Il 3 maggio, la IV e la VI Commissione dell’ARS si riuniscono in seduta comune per discutere del tema (partecipano anche la dottoressa D’Aquino ed il dottor D’Erba). Lo stesso giorno si tiene una riunione interassessoriale avente ad oggetto la medesima vicenda.

L’indomani, il 4 maggio 2016, il Dipartimento Ambiente dell’A.R.T.A. sospende, sine die, la V.I.A. rilasciata un anno prima. Stessa cosa fa il Dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti che procede alla sospensione del provvedimento di propria competenza, l’A.I.A. n. 218/2016[13], “in mancanza del provvedimento di valutazione di impatto ambientale”.

Parole dure arrivano dall’allora presidente della Commissione Regionale Antimafia, l’onorevole Nello Musumeci:

Non può accadere che i politici locali non sappiano nulla e, chi lo crede, è in malafede. Va capito a chi serviva questa discarica, per quali fini reconditi, se il silenzio è doloso o è stato frutto di insensibilità, la vastità del fenomeno è sfuggita alla valutazione seria e concreta della politica….

È il 6 maggio 2016. I commissari straordinari scrivono nuovamente a Crocetta cercando di prendere le distanze da quanto accaduto:

La notizia dell’adozione del provvedimento D.D.S. prot. n. 218 del 3 marzo 2016 dell’Assessorato Regionale dell’Energia e dei Servizi di pubblica utilità – Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti, ha suscitato nella comunità di Scicli forti preoccupazioni e disappunto. (…)

L’adozione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, come già riferito, non è stata preceduta da alcun deliberato di questa Commissione, circostanza che ha impedito di assicurare il necessario momento di partecipazione nei confronti della comunità interessata.

La stessa sera del 6 maggio in cinquemila scendono in piazza a Scicli. È una manifestazione senza precedenti. Una sola domanda agita la piazza: cosa è successo tra il maggio 2014 e il marzo 2016? Cosa si poteva fare e cosa non è stato fatto per evitare le autorizzazioni all’A.CI.F.?

Sono le domande che questa Commissione ha fatto proprie, tentando di ricostruire i vulnus che hanno caratterizzato l’intera procedura autorizzativa.

La delibera n. 125/2014 della Giunta Susino e le osservazioni negative dell’A.CI.F.

Il 15 luglio 2014, la Giunta Susino formula – sulla scorta delle indicazioni contenute nella nota redatta dall’ingegnere Spanò – osservazioni negative rispetto al progetto presentato dall’A.CI.F., evidenziando all’Assessorato Territorio e Ambiente e all’Assessorato Regionale dell’Energia che:

– la scelta architettonica utilizzata per realizzare l’impianto si pone in contrasto con la perseguita tutela dell’area di intervento, giusto procedimento di variante già incardinato direttiva G.M. n. 72 del 08.05.2014, in premessa richiamata;

– l’intervento proposto non trova ad oggi coerenza con le previsioni del Piano d’Ambito la cui elaborazione e redazione è assegnata alla S.R.R. – A.T.O. 7 di Ragusa;

– Il progetto non prevede elementi di giudizio al fine valutare l’impatto dell’iniziativa sul traffico locale, non risultando specificati i bacini di provenienza dei rifiuti e le località di conferimento degli stessi. Valutazione ritenuta irrinunciabile in rapporto alla tipologia della viabilità a servizio dell’area, viabilità, tra l’altro, classificata quale “Viabilità Storica” dal P.P.T., con la conseguenza di caricare la stessa con un traffico non compatibile con la sua natura e le sue caratteristiche[18].

Questo il ricordo di Spanò:

SPANÒ. Nel momento in cui A.CI.F. ha formalizzato (la proposta ndr.) l’Ufficio ha ritenuto doveroso segnalare il fatto all’Amministrazione in quanto l’intervento confliggeva con la procedura avviata di variante… Al che l’Amministrazione, condividendo la mia perplessità, ha ritenuto di formulare delle osservazioni negative sull’iniziativa avviata da A.CI.F.. E così è nata la delibera di giunta.

L’ingegnere Spanò fa riferimento alla direttiva n. 72 dell’8 maggio 2014 con la quale la Giunta Susino aveva chiesto all’ufficio tecnico di avviare le procedure necessarie alla variazione di destinazione urbanistica dell’area del parco extraurbano di Truncafila.

Diversa, però, è la percezione che di quell’atto conserva il professore Giampaolo Schillaci, ex assessore all’ecologia del Comune di Scicli nonché anima del Comitato:

SCHILLACI,Bisogna dire che sin dall’inizio qualcosa non ha quadrato… a noi (la giunta Susino, ndr) è arrivata una proposta estremamente debole, ce ne siamo accorti dopo e ci siamo accorti, se posso dire, del disastro a cose avvenute… C’era il PRG di Scicli che vietava totalmente quel tipo di intervento in quel territorio… non esisteva, non si poteva fare, ma questo non ci è stato detto. Gli uffici ne avevano contezza, noi amministratori, fra l’altro amministratori da poco, non avevamo la minima idea. Come mai non ci è stato detto che il P.R.G. era tassativamente rigido ad escludere esattamente quel tipo di attività? E anche altre osservazioni che avrebbero potuto essere svolte, invece di limitarsi all’altezza della ciminiera o alla difficoltà della viabilità interna che sono anche ragioni (ostative), ma non sono ragioni così tassative come lo sarebbero state le altre che ho citato.

Si poteva fare di più nelle osservazioni negative all’impianto A.CI.F.? Secondo Schillaci, sì. Fatto sta che a quelle osservazioni, l’impresa replica prontamente. È il 9 settembre 2014. Le controdeduzioni dell’A.CI.F. però non arriveranno mai all’attenzione del sindaco e della giunta. Perché? Ecco, cosa ci ha risposto l’ingegnere Carbone, all’epoca sottoposto alla direzione dell’ingegnere Spanò:

CARBONE, capo dell’Ufficio tecnico Settore 6 del comune di Scicli. Ancora nel 2014, il protocollo informatico noi non ce l’avevamo… si poteva trasmettere a mezzo pec… però questa è arrivata con un protocollo cartaceo normale.

FAVA, presidente della Commissione. E lei non riesce a spiegarci come mai …

CARBONE,Era indirizzata al signor sindaco… quindi era il protocollo che smistava la posta…

FAVA, Come mai, secondo lei, il protocollo non smistò la posta al sindaco?

CARBONE, Questo, purtroppo, non glielo so dire… non so se c’è stata un disguido o qualcosa del genere. Non mi ricordo.

L’ingegnere Pino Savarino, che della Giunta Susino è stato assessore e vicesindaco, ha consegnato a questa Commissione un ricordo diverso: il protocollo informatico, a quel tempo, al Comune di Scicli c’era già!

SAVARINO, membro del direttivo del Comitato di volontariato per la tutela della salute e dell’ambiente del territorio di Scicli. Io all’epoca ero Assessore e anche Vicesindaco… è matematico che il protocollo elettronico c’era… Ma la cosa ancora più anomala è il fatto che ogni nota che entra nell’ambito dell’Amministrazione deve andare all’apicale che l’assegna quindi ai vari uffici, ma questa nota è stata prodotta senza nessuna assegnazione e questa è un’anomalia.

FAVA,Cioè gli uffici hanno ricevuto le controdeduzioni dell’A.CI.F. e non le hanno assegnate?

SAVARINO,Non le hanno assegnate… dovevano andare al Sindaco perché le osservazioni negative le aveva espresse l’Amministrazione quindi dovevano andare a Sindaco e Giunta, ma non c’è nessuna traccia.

FAVA, Queste controdeduzioni quando sono state ritrovate?

SAVARINO, Io personalmente l’ho saputo quando… un gruppo cittadino ha organizzato un’assemblea cittadina aperta in cui hanno invitato anche il tecnico, l’ingegnere Colella (dell’A.CI.F., ndr), e questo Colella ha detto che l’Amministrazione non si era premurata di rispondere alle loro controdeduzioni…

A seguito della loro audizione, i componenti del Comitato di Scicli sul punto hanno trasmesso a questa Commissione una ulteriore nota di approfondimento. Ecco cosa scrivono:

La mancata risposta ai documenti che A.CI.F. ha inviato al Comune di Scicli si è rivelata determinante per aver tanto inciso sull’intero iter autorizzativo…

Al tempo delle “controdeduzioni” e delle “integrazioni e puntualizzazioni” la protocollazione presso il Comune di Scicli, in accesso come in uscita, avveniva per apposizione del codice a barre sul documento… Come si nota, le controdeduzioni (all.4) recano il timbro manuale, anziché il codice a barre, che, come abbiamo visto, era regolarmente in uso in quel periodo fin dal gennaio 2014. (…)

Si ricorda che a quel tempo la terna investigativa prefettizia operava in Municipio, esercitando uno stretto controllo sui dipendenti tutti e sul funzionamento dell’ente. (…)

Non vi è dubbio che non solo le “controdeduzioni”, ma anche le successive “integrazioni e puntualizzazioni” risultano protocollate in maniera inusuale in un periodo in cui vigeva il protocollo mediante codice a barre, peraltro in uso corrente sin dal gennaio 2014.

In ogni caso, l’UTC non ha mai fatto presente in alcun atto formale di avere ricevuto le controdeduzioni in ritardo; ricevutele, avrebbe dovuto necessariamente predisporre una proposta di delibera e presentarla alla Giunta, organo che aveva formulato le osservazioni con la delibera GC 125/2014.

A quei tempi, dunque, il protocollo elettronico era attivo e l’operato di ciascun dipendente era sottoposto al rigido controllo della commissione ispettiva. Eppure, quelle controdeduzioni non arrivano ai loro destinatari naturali. Un caso? Lo abbiamo chiesto anche ad uno dei componenti della triade d’accesso, il capitano Cetola:

FAVA,. Il 9 settembre l’A.CI.F. trasmette le proprie controdeduzioni che però non arriveranno mai né alla giunta, né al sindaco. Come sia possibile che un atto così importante non sia stato messo alla conoscenza dell’organo di governo del Comune?

CETOLA, già componente della commissione d’indagine per lo scioglimento del comune di Scicli. Da quello che si è evidenziato poi in sede di commissione d’accesso era emersa un po’ una mala gestione all’interno del Comune… anche altri atti, altra documentazione che doveva essere trattata in un certo modo poi non era stata trattata in quel modo…

FAVA, . Non crede che possa essere stata una disattenzione dolosa da parte di personale del Comune?

CETOLA, Sicuramente una colpa ci potrebbe essere, ora anche il dolo non si potrebbe escludere.

Colpa, o addirittura dolo, dice il capitano Cetola. Resta ancora inspiegabile come un passaggio così significativo per la vita dell’ente, ossia le controdeduzioni dell’A.CI.F., sia totalmente sfuggito a tutti (sindaco, giunta, ufficio tecnico, commissari prefettizi incaricati dell’accesso…).
Il mistero dei verbali delle conferenze di servizio

Si è già detto della mancata partecipazione della commissione straordinaria alle conferenze di servizio relativa alla procedura AIA. Un difetto di comunicazione (che questa Commissione fatica comunque a comprendere) che, a quanto pare, ha riguardato anche le comunicazioni tra l’amministrazione regionale e quella di Scicli:

CARBONE, capo dell’Ufficio tecnico Settore 6 del comune di Scicli. Più che altro il verbale (della conferenza di servizio, ndr) è stato erroneamente mandato al comune di Modica…

L’arcano ci è stato chiarito dal dottor Marcello Vento, ex dirigente dell’Unità Operativa 3 del Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti.

FAVA,. Perché i verbali di questa conferenza di servizi venivano spediti al comune di Modica?

VENTO, dirigente dell’U.O.3 del Dipartimento regionale acqua e rifiuti. Perché c’è stato un errore da parte mia… Lo ammetto! Assolutamente!

Insomma, solo una distrazione.  Non irrilevante, però, nelle sue conseguenze.

Il parere di condivisione tecnica del 24 luglio 2015

Altro passaggio critico della pratica A.CI.F. è rappresentato dal parere di condivisione tecnica co-firmato da Carbone e Spanò che, di fatto, ribalta le osservazioni negative del luglio 2014.

L’atto viene trasmesso con nota n. 18877 del 24/07/2015 (contestualmente, dunque, alla seconda conferenza dei servizi) sia al Dipartimento acqua e rifiuti che, per conoscenza, ai componenti della commissione prefettizia straordinaria, e contiene la seguente prescrizione:

La valutazione tecnica deve trovare necessaria e coerente condivisione e quindi approvazione da parte della Commissione Straordinaria, che assumerà le proprie determinazioni con i poteri del Consiglio Comunale, quale organo competente in materia di pianificazione.

Tuttavia, nonostante la formula utilizzata, l’ufficio tecnico non sottopose all’attenzione della commissione straordinaria alcun deliberato. Perché?

Questo il ricordo dell’episodio dell’ingegnere Spanò il quale, nel rispondere alle domande di questa Commissione, puntualizza ancora una volta il fatto che in quella data non era più lui a dirigere l’ufficio, ma il suo nuovo superiore: l’ingegnere Carbone.

SPANÒ, . Non vorrei ricordare male ma quella nota era a firma congiunta del collega che mi aveva sostituito e mia come responsabile di servizio, non più di settore… Mi ricordo che sono state inserite delle prescrizioni… però si è ritenuto che quella valutazione tecnica non era il parere conclusivo dovendo acquisire la valutazione della Giunta che del Consiglio comunale in quanto organo competente (e dunque della commissione prefettizia, che ne esercitava in quei mesi le funzioni, ndr.).

FAVA, . Ci fu su questo punto un confronto con i commissari che avevano poteri di giunta e di consiglio comunale?

SPANÒ, . In quel periodo avevo rapporti con il mio superiore, che era l’ing. Carbone, e ovviamente io prima di firmare ho preteso che c’era la previsione finale di acquisire comunque il parere del Consiglio comunale. A questo punto dipendeva da lui predisporre gli atti consequenziali.

FAVA, . Ma i commissari erano al corrente di tutto questo?

SPANÒ, già capo dell’Ufficio tecnico del comune di Scicli.  Dal mio punto di vista potrei dire no. Ecco, non so se il collega li abbia informati il 1° luglio del 2015 o subito dopo l’adozione di quella nota. Presumo che li abbia informati…

Tutta colpa di un misunderstanding, dice invece Carbone:

FAVA, .  Nel luglio del 2015 voi fate questo parere di condivisione tecnica con una prescrizione, firmato dal lei e dal dott. Spanò, e questa valutazione deve trovare necessaria e coerente condivisione e approvazione da parte della commissione straordinaria. La commissione straordinaria in realtà non approverà mai…

CARBONE, . …non abbiamo proposto delibera come nostro input, di iniziativa nostra. I commissari magari attendevano l’ufficio, non lo so e, quindi, è rimasto questo passaggio mancante.

Dal canto loro, i commissari prefettizi e la sovraordinata hanno offerto la seguente lettura dei fatti:

GIALLONGO, già commissario prefettizio del comune di Scicli. Nessuno dell’ufficio tecnico, né Spanò né Carbone, ha proposto alla commissione di adottare un provvedimento in questo senso.

FAVA, . Ci è stato detto che questo parere di commissione tecnica però era stato trasmesso per conoscenza alla mail istituzionale di ciascun commissario.

GIALLONGO, . Io devo essere sincera, ai miei atti non lo trovo, però non metto in dubbio che magari sia stato trasmesso… […] Io ricordo poi che, in occasione di un ulteriore colloquio con l’ingegnere Carbone, lui mi ha dato come giustificazione un semplice: “sa dottoressa tra tutte le questioni da trattare mi è sfuggito…” (…) A questo punto devo dire che, oltre a chiedermi come mai non ci avessero informato delle conferenze di servizi… io ritengo che noi commissione straordinaria, che eravamo subentrai ad aprile, avevano il dovere di informarci, perché tutto quello che è successo, Presidente, ha determinato anche una situazione che io reputo essere la più negativa, quella maggiormente negativa, cioè che la comunità di Scicli non aveva potuto partecipare a tutto questo procedimento, perché il momento partecipativo per la comunità di Scicli doveva essere fondamentale. Quindi tutto questo ha impedito che si svolgesse, nelle singole fasi il procedimento in maniera corretta, anche mettendo noi nella Commissione di valutare se seguire quel parere tecnico o se discostarcene.

(…)

D’AQUINO, già commissario prefettizio del comune di Scicli. Io non ricordo nulla… Andava deliberato con i poteri di consiglio, quindi tutti e tre i componenti avrebbero dovuto deliberare, quindi l’ufficio avrebbe dovuto passare una proposta deliberativa che non è mai pervenuta.

FAVA,Che spiegazione hanno dato gli uffici tecnici quando poi, a maggio dell’anno successivo, si è appreso tutto questo?

D’AQUINO, . Carbone riteneva che fosse un passaggio esclusivamente tecnico cioè che non necessitasse comunque di una approvazione… Ma in ogni caso, Presidente, mi permetta di evidenziare che la situazione dell’ufficio tecnico era una delle più critiche in assoluto sulla quale si è sentito a lungo il peso dell’ex dirigente, cioè dell’ingegnere Spanò che comunque intendeva diciamo continuare ad amministrare la gestione così come era stato fatto in precedenza cioè senza una informazione del vertice, ecco, senza fare in modo che la commissione venisse informata sui vari passaggi.

(…)

GIUSTO, già sovraordinato tecnico della commissione straordinaria del comune di Scicli. Lo chiede a me? Non ne ho idea. Io posso solo immaginare risposte.  Quando sono arrivata io i problemi erano talmente tanti e di tutti i tipi e probabilmente il responsabile dell’ufficio riteneva questa cosa chiusa… penso che l’ingegnere Carbone ritenesse il discorso finito per quanto riguardava l’ufficio tecnico di Scicli.

Omissioni? Inadempienze? O soltanto una “semplice” incomprensione?  Anche in questo caso le percezioni non sono univoche. Fatto sta che a Palermo, come ci spiega il dottor Vento (il dominus della pratica A.CI.F. alla Regione), il silenzio della commissione straordinaria viene letto come una condivisione tacita del parere espresso da Carbone e Spanò:

VENTO, dirigente dell’U.O.3 del Dipartimento regionale acqua e rifiuti. La percezione che abbiamo avuto è che avendo ricevuto comunque un parere da un organo del Comune… abbiamo ritenuto che comunque in qualche maniera il comune fosse evidentemente informato…

Netto sul punto il giudizio del Comitato di Scicli, sia in sede di audizione che nella successiva nota integrativa:

SCHILLACI, consigliere del Comitato di volontariato per la tutela della salute e dell’ambiente del territorio di Scicli. I commissari dovevano esprimere il parere dal punto di vista di tutela della salute pubblica. E non l’hanno fatto mai. Ma una proposta ai commissari li doveva arrivare, invece, la nota li arriva per conoscenza. Io, che sono stato un pubblico funzionario, so che, quando arriva una cosa per conoscenza, uno la legge e la mette da parte, perché non c’è adempimento.

Il parere “fantasma” dell’ARPA ST RAGUSA

La vicenda A.CI.F. registra un’altra circostanza alquanto anomala sulla quale questa Commissione ha ritenuto doveroso svolgere opportuni approfondimenti.

A pagina 6 del già citato D.D.S n. 218/2016 in cui si rilascia l’A.I.A. per l’impianto di Scicli, si dà atto che: “l’ARPA – Struttura Territoriale di Ragusa, con nota prot. n. 75839 del 22/12/2015, ha trasmesso parere favorevole relativamente al PMC con prescrizioni…”.

Ma le cose non stanno così. Quel parere favorevole dell’ARPA all’impianto dell’A.CI.F. semplicemente non esiste!

La questione è perfettamente descritta (e riassunta) nella richiesta di rettifica in autotutela[23] dell’AIA n. 218/2016, trasmessa il 29 aprile 2016 dall’ARPA a tutti gli enti coinvolti nel procedimento autorizzativo:

In riferimento al Decreto in oggetto si rileva come il Provvedimento, nell’elencazione dei pareri formulati dagli Enti della conferenza dei servizi, faccia riferimento ad un parere favorevole emesso dall’ARPA Struttura Territoriale di Ragusa che, in realtà, non è mai stato espresso.

Si rileva come le criticità emerse nella disamina della documentazione presentata dalla ditta A.CI.F. Servizi srl, già evidenziata a codesto Dipartimento con le note ARPA prot. n° 70680 del 30.11.2015 e prot. n° 76873 del 30.12.2015 e i cui contenuti con la presente si intendono interamente richiamati, non sono state superate. […]

Relativamente al documento autorizzativo, D.D.S. n. 218, dal quale emerge che per la scrivente Agenzia viene presa a riferimento quale “parere favorevole con prescrizioni” la nota prot. 75839 del 22.12.2016, si fa rilevare che in realtà questa nota altro non è che un atto interno di ARPA Sicilia, che la ST-RG ha trasmesso al competente Settore dell’Agenzia, e che lo stesso è stato inoltrato alla DG di codesto Dipartimento, con nota prot. 76873 del 30.12.2015, al solo scopo di evidenziare il permanere delle problematiche più volte rilevate. […]

Pertanto […] si chiede a codesta A.C. di rettificare in autotutela la parte del provvedimento (D.D.S n. 218 del 03.03.2016) che fa riferimento al parere favorevole di ARPA ST RG, atteso che ARPA Sicilia non ha espresso alcun parere, ad accogliere i rilievi avanzati ed a riscontrare le osservazioni poste dalla Scrivente Agenzia nel corso dell’iter procedurale.

Ma com’è possibile che si acquisisca agli atti un parere favorevole inesistente? La dottoressa Maria Antoci, direttrice dell’ARPA ST Ragusa, ha provato a descriverci nel corso della sua audizione[24] quale sia stato il modus operandi che caratterizzò l’intera istruttoria:

ANTOCI, direttore della struttura territoriale di Ragusa Arpa Sicilia.  Noi abbiamo cercato che ci fossero delle sinergie per incominciare ad instaurare un dialogo e per cercare di costruire delle linee guide che potessero essere utili anche ai casi successivi. Ma era voce di chi grida nel deserto… perché, poi, alle nostre osservazioni …la ditta aveva come modus operandi quello di raddoppiare il volume della documentazione, senza mai entrare nel merito di quelle che erano le nostre richieste specifiche.

FAVA, . Come riesce a spiegarsi il fatto che una vostra nota interna dell’Arpa Ragusa con la Direzione regionale… venga, invece, interpretata, manipolata, equivocata nel suo significato e diventi parere positivo dell’ARPA?

ANTOCI, .  Noi l’abbiamo anche scritto, abbiamo detto è un falso ideologico! Praticamente è stata l’opportunità che l’Autorità competente si è data per chiudere questo iter, perché ormai l’iter doveva andare a scadenza, si capiva che c’era una urgenza. Un’urgenza che derivava sicuramente anche dagli interessi manifesti della ditta che, più volte, diceva – e l’ha scritto – che aveva un finanziamento in scadenza ed altre cose…

È stata l’opportunità che l’Autorità competente si è data per chiudere questo iter”, ci dice la dottoressa Antoci. Poco convincente la replica dell’allora dirigente responsabile del Servizio 7 – Autorizzazioni, il dottor Patella[25]:

PATELLA, già dirigente presso il Servizio 7 del dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti. Cosa abbiamo pensato? Considerato che l’istruttoria andava avanti da due anni, di trasformare le annotazioni dell’ARPA in prescrizioni. Nel corpo del testo, infatti, viene riportato che l’avvio della realizzazione dell’impianto è subordinato alla presentazione di un progetto esecutivo che tenesse conto di tutte le prescrizioni riportate. (…)

Il fatto che sia stato scritto “favorevole” e in realtà favorevole non c’è scritto da nessuna parte, potrebbe anche darsi che sia stato anche, diciamo, un errore, non lo posso escludere, a fronte a tanti pareri favorevoli… però la sostanza magari non sarebbe cambiata, cioè avremmo autorizzato lo stesso anche se questo termine favorevole non era scritto. Però sicuramente ci sarà stato scritto che loro esprimevano parere su una parte dell’impianto escludendo un’altra parte… Il termine “parere favorevole”, io non escludo che sia stata una…

FAVA, . Svista?

PATELLA, . Una svista, esattamente. Capisco che può sembrare che uno cerca di arrampicarsi sugli specchi…

Forse è stata una svista” ammette il dottor Patella. Ancora più sincera la versione offerta dal dottor Vento, l’altro funzionario che firmò il D.D.S. n. 218/2016:

VENTO, dirigente dell’U.O.3 del dipartimento regionale acqua e rifiuti. Nel nostro decreto ci sono, mi pare, una sessantina di prescrizioni, noi non abbiamo fatto altro che ricalcare quelle che erano le indicazioni su questo che, in effetti, noi abbiamo in modo non corretto espresso come parere positivo…  In effetti con il senno di poi è stata un’interpretazione che non rifarei…

E a proposito del dottor Vento, è importante riportare in questa sede alcune sue considerazioni che offrono uno spaccato autentico di quale fosse l’aria che si respirava nell’era post Cannova negli uffici preposti al rilascio di tali provvedimenti autorizzativi.

VENTO, . Quando ho firmato il contratto con il Dipartimento Acqua e Rifiuti, non avevo la benché minima idea di cosa fosse l’autorizzazione integrata ambientale. Perché se ci fosse stata nel mio carico di lavoro l’autorizzazione integrata ambientale, sapendo quello che era, mai mi sarei sognato di firmare questo contratto… Non so se lei conosce le vicende del Dipartimento Territorio e Ambiente, c’è stata un’indagine che ha portato a delle intercettazioni e anche dei provvedimenti restrittivi nei confronti di un architetto. Quel carico di lavoro me lo sono dovuto andare a prendere io con la mia macchina, portandomi i carpettoni e le assicuro che quel giorno non è stato un bel giorno… all’inizio ho dovuto prendermi carico di nove province su nove… Stiamo parlando di rifiuti che non è un argomento facile da gestire al di là delle competenze di ciascuno di noi.

FAVA,  Visto che lei è un agronomo chi è che le chiese di andare a lavorare al Dipartimento acque e rifiuti?

VENTO, . Quando sono arrivato non c’era questo carico di lavoro se no non l’avrei accettato. Quello che mi ha allettato – visto che sono separato con tre figli – è la parte variabile, lo stipendio. Come sa la parte fissa è uguale per tutti… la parte variabile cambia in funzione dei dipartimenti senza che spesso ci sia uno stretto legame tra responsabilità, specifico incarico, personale in carico.

È singolare che una delle pratiche autorizzative più delicate per tipo di impianto, per qualità del territorio (un’area protetta UNESCO) e per contesto (un comune sciolto per infiltrazione mafiosa) sia stata affidata ad un agronomo (sic!). Eppure è quello che è successo. Di contro, è legittimo domandarsi se un professionista del settore avrebbe gestito l’intero iter in maniera differente, ed è altrettanto lecito, a fronte di quanto finora rilevato, rispondere che non possiamo esserne certi.

Le interferenze istituzionali

Fin qui i fatti, per come li abbiamo raccolti e potuti ricostruire. Ma c’è un ultimo aspetto sul quale questa Commissione ha ritenuto opportuno soffermarsi. Lo spunto lo ha offerto la rilettura dell’audizione dell’ex assessore al Territorio e all’Ambiente Maurizio Croce, avvenuta lo scorso 4 dicembre 2019[27] nell’ambito dell’inchiesta sul ciclo dei rifiuti:

CROCE: C’è stato un movimento da parte di deputazioni regionali sull’A.CI.F. Io ricordo che l’onorevole Ragusa (nella foto, ndr) è stato uno dei sostenitori che fece maggior, diciamo, richieste, anche pressioni tra virgolette, affinché questo provvedimento avesse un esito perfettivo. Quando poi si sollevò un problema popolare, perché poi vennero fatti credo comitati, vennero fatte una serie di iniziative… Io ricordo che poi lo stesso onorevole Ragusa, venne da me a chiedermi di revocare di fatto il provvedimento VIA.

Possibile, dunque, che la pratica A.CI.F. fosse stata in una qualche maniera sponsorizzata o, per meglio dire, supportata in ambiente istituzionale? Secondo il signor Fiorilla la risposta sarebbe “no” o, almeno, questo è ciò che lo stesso ha affermato nella memoria[28] trasmessaci in data antecedente alla sua audizione:

“Giova rilevare che tutta la pratica è stata avviata secondo quanto prescritto dalla legge e così sottoposta al vaglio minuziosissimo delle varie autorità competenti. Nel contesto sociopolitico cittadino nessuna particolare attenzione fu dedicata a tale iniziativa imprenditoriale…”

Nessuna particolare attenzione. Eppure, quello emerso nel corso della nostra inchiesta è un dato completamente diverso:

RICCOTTI LA ROCCA, giornalista. Il giornalista deve ascoltare il territorio e io l’ho ascoltato molto il territorio in quel periodo e il territorio ha parlato, si conosce la storia personale di Fiorilla, il titolare dell’A.CI.F.… quando tu ti intesti un progetto così importante, enorme o sei un visionario o in realtà sai di potere contare su determinati appoggi sia economici che politici. E il mio sentore, per quello che è girato attorno a questa vicenda, è che, comunque, gli appoggi e gli agganci c’erano… non si spiega altrimenti come un iter di questo tipo abbia potuto farsi strada in questo modo, anche privo di alcuni pareri anche fondamentali…

(…)

PATELLA, già dirigente presso il Servizio 7 del dipartimento regionale acqua e rifiuti. Veniva un onorevole ad accompagnare la ditta, però, guardi, dico, siccome veramente ne ho viste di tutti i colori… Un paio di volte è venuto… ma guardi… Ragusa… Mi pare Orazio.

FAVA, . Ci spieghi meglio.

PATELLA, . Veniva ad accompagnare, veniva ad accompagnare… credo che una volta il dottore Vento lo ha pure mandato via anche sgarbatamente… per noi era una tragedia questa cosa dei politici che venivano ad accompagnare…

FAVA, . Ne venivano tanti?

PATELLA, . Abbastanza.

FAVA, . Anche sugli altri impianti?

PATELLA, . Di tutte le autorizzazioni, sì, sì.

(…)

FAVA, presidente della Commissione. Il dottore Patella ci ha riferito che c’erano anche interessamenti, sollecitazioni, in qualche modo, un sostegno visibile sulla vicenda A.CI.F. e ci ha anche detto che alcune volte sarebbe venuto ad accompagnare la ditta l’onorevole Ragusa e che in una circostanza lei lo avrebbe mandato via sgarbatamente.

VENTO, Mi ricordo di questa presenza, di questa intromissione che sicuramente non ho gradito …  È venuto insieme alla ditta.

FAVA, Cioè con il signor Fiorilla?

VENTO, Sì, mi pare proprio che sia venuto… sono passati quattro anni quindi mi perdonerà se non ricordo perfettamente, però mi ricordo di questa presenza estranea all’istruttoria… Non ha fatto niente di particolare, per carità, ma la sua presenza…  è evidente che un suo peso lo voleva avere.

Abbiamo ritenuto doveroso sentire sul punto anche l’onorevole Orazio Ragusa il quale ha così replicato:

RAGUSA, onorevole. Io non ricordo questo tipo di richieste. Posso dire che non ho accompagnato nessuno da nessuna parte per quanto mi possa ricordare… io mi sono sempre opposto contro questa iniziativa perché il nostro futuro a Scicli non è quel tipo di intervento: è agricoltura e turismo. Quindi per quanto mi riguarda…  Io mi sono sempre posto contro questo tipo di attività, l’ho fatto mettendoci la faccia e l’impegno politico serio, costantemente.

FAVA, . Però ci aiuti a capire, onorevole Ragusa, perché l’Assessore Croce e il dottor Patella ricordano invece che lei accompagnava il signor Fiorilla?[30]

RAGUSA, onorevole. Sull’ accompagnamento io posso garantire che io non ho accompagnato mai nessuno da nessuna parte… Sull’Assessore Croce io non ho avuto nessun tipo di incontro rispetto a questo percorso. Ma forse ne abbiamo parlato, in questo momento io non lo ricordo obiettivamente, questo fatto risale a quattro, cinque anni, insomma, non ci sono nella mia memoria passaggi di questo tipo… Io a Fiorilla lo conosco perché è cittadino della mia città. E come lui conosco tantissime persone. Io con Fiorilla non ho nessun tipo di rapporto, né ieri, né oggi e penso neanche domani.

Diverso il ricordo del signor Fiorilla[31]:

FAVA, presidente della Commissione. A pagina tre della sua memoria lei scrive: “Nel contesto socio-politico-cittadino, nessuna particolare attenzione fu dedicata a tale iniziativa imprenditoriale”. Ma lei il sostegno di qualche rappresentante delle istituzioni, di qualche parlamentare, sulla vicenda A.CI.F. l’ha avuto?

FIORILLA. No, nessuno.

FAVA, presidente della Commissione. Signor Fiorilla, lei dice di no, ma qui ci dicono tutti che ad accompagnarla all’assessorato c’era anche l’onorevole Ragusa.

FIORILLA. Allora, mi ha accompagnato, ha preso un appuntamento con – se non ricordo male –l’assessore Croce… abbiamo telefonato… l’ingegnere Colella… e ci è stato detto che il decreto assessoriale lo doveva firmare l’assessore.

FAVA, presidente della Commissione. La domanda era un’altra signor Fiorilla.

FIORILLA. Sì, sì, l’appuntamento… Ragusa ha preso solo un appuntamento per me. Poi se Ragusa ci è andato per altre cose…

Ma l’attivismo del signor Fiorilla non si ferma qui. C’è un tentativo di interlocuzione anche con chi avversa il progetto A.CI.F., ossia gli onorevoli Assenza e Dipasquale[32], colpevoli, il primo di aver lanciato l’allarme sull’autorizzazione, l’altro, invece, di averne chiesto la revoca:

ASSENZA, . Posso aggiungere che da quando emerse questa cosa, qualche collega (un avvocato, ndr) mi avvicinò qualche giorno dopo per dirmi: “tu sei di Comiso… questa vicenda alla fine che ti interessa?!… c’è Fiorilla che ti vuole parlare”, cosa che io ho troncato…

FAVA, presidente della commissione. Ma lei ebbe mai modo di avere contatti con i responsabili dell’A.CI.F.?

DIPASQUALE. Sì, durante un funerale…. Si avvicinò questo signore che io non conoscevo e mi disse: “Mizzica lei…” e si presentò: “Noi siamo lavoratori” e io dissi: “Sì, voi siete lavoratori, ma per me è una cosa che non si può fare, per me è una cosa illegittima” … Loro speravano di coinvolgermi in un procedimento di tipo civile di risarcimento danni…

FAVA, presidente della commissione. Come causa dell’eventuale danno subito.

DIPASQUALE. Dell’eventuale danno, perché era come se li perseguitassi.

Ed è proprio nella fase successiva all’A.I.A. n. 218/2016 che si fa spazio un altro grande testimonial dell’impresa A.CI.F.: il professore Giuseppe Mineo, ex componente non togato del C.G.A. (dal 2010 al 2016), balzato agli onori della cronaca nel luglio 2018 – dopo essere stato in predicato di essere nominato al Consiglio di Stato, cosa che poi non si concretizzò – quando viene coinvolto per corruzione in atti giudiziaria nell’inchiesta sul cosiddetto “Sistema Siracusa” a seguito delle confessioni dell’avvocato Piero Amara.

Del rapporto tra l’A.CI.F. e Mineo ne parla la consigliera comunale Resi Iurato quando, nel corso di un’intervista rilasciata al giornalista Carmelo Riccotti La Rocca, dichiara di essere stata invitata dal signor Fiorilla, all’indomani della presentazione di una sua interrogazione sull’impianto (21 dicembre 2017), a visitare l’impianto di contrada Cuturi, e che in tale occasione a farle da cicerone fu proprio il professore Mineo.

Abbiamo provato a ricostruire con lei l’episodio:

IURATO, consigliere comunale del comune di Scicli (RG). Avevo ricevuto più volte l’invito da parte di un consigliere comunale che fa parte della mia commissione, il consigliere Enzo Giannone, allora di Forza Italia, adesso ha aderito alla Lega Nord… avevo sempre rifiutato questi inviti, ma quel giorno, così, spinta anche dalla curiosità, mi ricordo che accettai… Accompagnata da questo consigliere andai a visitare la piattaforma… Io il signor Fiorilla lo conoscevo di vista… quello che mi stupì è che l’accoglienza mi fu fatta dal professor Mineo che io conobbi in quell’occasione, anche se, ovviamente, essendo una personalità di spicco che viveva a Scicli, lo conoscevo di vista. (…) Fatta questa visita del sito… mi fecero accomodare in un capannone e lì intervenne il professor Mineo… mi spiegò questo progetto cercando di farmi comprendere che nessun danno avrebbe arrecato al territorio qualora fosse iniziato lo smaltimento dei rifiuti… e facendomi quelle domande che in fondo ci siamo fatti tutti: “ma perché le piattaforme non vanno bene? Capisco le discariche, ma perché le piattaforme che lavorano il petrolio non vanno bene? E allora, i rifiuti del petrolio dove li dobbiamo buttare?”  E lì, ovviamente, io ho sottolineato che noi non è che eravamo contrari alla piattaforma, ma ci sembrava che il luogo non fosse opportuno, anche perché gli ho nuovamente detto che si fa fatica ad arrivare qui con una semplice macchina, s’immagini dei camion pieni di rifiuti di petrolio che devono affrontare queste stradine di campagna… e che devono arrivare qui a portare i rifiuti di petrolio da tutta la Sicilia, da Gela e da Siracusa… Tutto questo è durato due ore e mezzo, poi ci siamo lasciati, io sono tornata a Scicli con questo consigliere comunale il quale era molto vicino a loro ed era da tempo che cercava di convincermi sulla bontà del progetto, anche perché sarebbero arrivate, in Consiglio comunale, le osservazioni alla variante al PRG.  Il Consiglio comunale doveva votare e ancora – secondo me – loro avevano qualche speranza sul voto…

Non fu un evento isolato. La Iurato incontrò una seconda volta, per caso, il signor Fiorilla ed il professore Mineo, il 14 giugno 2018, proprio in occasione del voto del Consiglio Comunale sulla variante di zonizzazione del PGR[37]:

IURATO, consigliere comunale del comune di Scicli (RG).  La cosa che mi fece impressione fu che il giorno in cui io mi stavo recando a votare in consiglio comunale me li trovai proprio lungo il mio cammino. Questa cosa mi stranì tantissimo… Trovai il professor Mineo ed il signor Fiorilla lungo il mio cammino, io in genere parcheggio sempre in un determinato posto quando vado in Consiglio comunale e faccio un percorso abbastanza lungo a piedi. Quindi mi fermai con loro ed il professor Mineo mi disse nuovamente: “mi raccomando signora, il voto in consiglio” devo sottolineare che lo disse in forma di battuta… io sottolineai che il mio voto sarebbe stato contrario alla loro richiesta. Poi il consiglio rigettò le loro osservazioni.

FAVA, Il professore Mineo le spiegò a che titolo si trovava negli uffici dell’A.CI.F. e a che titolo interveniva a spiegare la bontà del progetto?

IURATO, . Assolutamente no. Loro erano sempre insieme in giro per Scicli… e l’idea che davano era di un profondo legame amicale… Il signor Fiorilla è una persona molto semplice, quindi abbiamo sempre pensato che dietro il signor Fiorilla ci fossero persone importanti, competenti e che il progetto non fosse assolutamente suo.

Ma cosa lega il signor Fiorilla al professore Mineo?

FAVA, . Ci può dire qual era il ruolo del professor Mineo in questa vicenda?

FIORILLA. Nessuno.

FAVA, . Ma allora a che titolo la consigliera Resi Iurato se lo ritrova nella sede dell’A.CI.F.?

FIORILLA. Io ho invitato alcuni consiglieri comunali a venire a vedere l’impianto di trattamento e recupero… io ero con il professore a Scicli che abbiamo preso il caffè e gli ho detto: “mi accompagni che devo andare su perché c’è la consigliera Iurato per fare vedere lì dov’è l’impianto?” ed è venuto con me.

FAVA. Signor Fiorilla, avete preso un caffè insieme e ha detto: “vieni che c’è la consigliera Iurato”? Ma perché si è trovato a spiegare lui alla consigliera che cosa doveva sorgere lì, perché è stato lui a rassicurare la consigliera e non lei?

FIORILLA. Ma guardi, io ho iniziato a parlare, poi siccome il professore parla meglio di me ha continuato lui…

Insomma, sembra che chiunque si sia speso per il progetto A.CI.F. lo abbia fatto a titolo di pura cortesia e, soprattutto, non ne conservi alcuna memoria. Ne prendiamo atto.”

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