Fava e Abbate: il romanzo attorno all’auto che fece la strage di Via D’Amelio.

Un killer ormai in disarmo, la moglie di questo, un balordo che vuole diventare un mafioso: sono i tre personaggi del romanzo presentato ieri sera a Palazzo Spadaro (sala piena) per iniziativa del Rotary Club di Scicli. Presenti gli autori, il giornalista-scrittore Claudio Fava e lo sceneggiatore Ezio Abbate. Con loro gli attori David Coco e Giovanni Alfieri. A moderare l’interessante conversazione Marco Causarano. Romanzo su fatti di mafia il libro (“Centoventisei” edito da Mondadori) sia pure con una stridente ironia, che ci introduce in quelli che avrebbero potuto essere i preparativi (romanzati) dell’attentato mortale al giudice Borsellino. E la conversazione di ieri sera con gli autori ha evidenziato proprio la stranezza di una situazione tragica, diventata poi nella realtà mistificazione e colpevole devianza nelle indagini giudiziarie. La “centoventisei” del titolo non è altro che l’auto imbottita di tritolo per attivare l’attentato (poi stragista) in Via D’Amelio a Palermo. Lavoro letterario di forte impatto, “alleggerito” dalla originalità della stessa scrittura, ma soprattutto dalla banalità dei tre protagonisti. Tra questi chi si riscatta sarà la moglie di Gasparo, Cosima, cui gli autori del romanzo riservano un atto – potremmo dire- di amore materno.

Fava e Abbate sono stati chiari e lucidi nelle analisi sociali da cui il romanzo trae ispirazione, nella descrizione della Palermo di quegli anni, dando per scontate le responsabilità di un Potere istituzionale-giudiziario, allora deviante. Libro da leggere e…possibilmente da regalare.

F.C.

(Foto di Carmelo Riccotti La Rocca)

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