Chiafura: progetti nel rispetto delle grotte e della storia

Concluso ieri il Convegno-workshop dedicato a Chiafura e ad una sua destinazione d’uso. Dibattito intenso; progetti che vanno forse oltre la storia del sito, ma che comunque fanno discutere e confrontare le idee. Di seguito alcune posizioni dei relatori.

“Abbiamo la memoria corta. Solo 60 anni fa si viveva a Chiafura. Non dimentichiamolo.
Aprire un dibattito attraverso le provocazioni può evitare di commettere dei gravi errori. Non sappiamo parlare, ragionare rispetto ai fatti. Siamo castranti. Sono al 50% italiano, ma non mi ci sento: l’Italia è vittima della sua storia”. (Oriol Capdevila)

-Margareta Berg presenta il progetto del suo team legato a una nuova esperienza di ospitalità, tornando a fare rivivere Chiafura come una volta, nel pieno rispetto delle grotte senza alcun intervento invasivo.

-L’idea progettuale di Joao Gomes da Silva punta a una valorizzazione del sito rupestre che parta dallo studio sociale e della cultura originaria del luogo, con l’obiettivo di riconsegnarlo alla città come sede di attività legate alla tradizione produttiva e costruttiva.  Un approccio che tiene conto delle peculiarità del colle.

-Vittorio Mastrorilli sottolinea la necessità del partenariato pubblico/ privato per la realizzazione di qualsiasi progetto venga preso in considerazione per il futuro di Chiafura.

-“Chiafura deve essere pensata e considerata come un pezzo del centro storico di Scicli” (Prof. Trombino).

-“Siamo partiti con il piede giusto.  -La questione fondamentale è di aprirsi al confronto, analizzare le idee.
L’idea ricorrente nelle 3 proposte progettuali è di rendere accessibile il colle. Iniziamo a cogliere gli elementi convergenti di queste proposte, per attivare un dibattito un confronto con la comunità locale.
Che fare? Entrare nel sistema Colle San Matteo o non toccarlo? Rifunzionalizzare? Accettare le provocazioni? Solo con il confronto si potrà giungere ad una conclusione”
(Arch. Ignazio Lutri).

“Provocatoriamente, Chiafura si deve guardare e non toccare.  Pensare magari di poterne fruire solo guardandola dalla Croce, come se si stesse facendo birdwatching”.(Prof.Paolo Nifosi).

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