Cultura

A Sampieri chiude “Autori e Libri”: Salvo Palazzolo svela un femminicidio di Stato con “L’Amore in questa città”

Salvo Palazzolo uno dei più coraggiosi giornalisti di cronaca, impegnato quotidianamente sul fronte antimafia, quello vero, ha presentato al Pata Pata di Sampieri per “Autori & Libri” il suo primo romanzo. Non ci ha parlato di mafia ma bensì de “L’amore in questa città”, conversando con il giornalista Carmelo Arezzo.

Un caso di femminicidio di Stato accaduto 90 anni fa, ambientato in epoca fascista, dove la verità era stata imprigionata per pagare il prezzo al regime che voleva silenziare l’accaduto.

Un giornalista coraggioso non si arrende all’apparenza dei fatti e fa la sua bella indagine. Dal dialogo sul filo dei ricordi da cronista di giudiziaria, cominciata nel 1992 con un’emittente privata e poi continuata all’ORA di Palermo e adesso a La Repubblica, è nata una serata dove il racconto ha coinvolto l’uditorio in una sorta di assemblea attiva dove i temi della ricerca della verità, della democrazia, dell’impegno sociale per dare ancora consistenza ai valori oggi decostruiti da una visione virtuale ed effimera della vita e della quotidianità.

Il femminicidio provocò la morte a Palermo nel 1935 della studentessa, Cetti Zerilli, il cui corpo fu ritrovato nel palazzo dell’Università crivellato da tre colpi di pistola. Accanto a lei il cadavere di un milite fascista, in camicia nera e stivaloni. Un caso di omicidio-suicidio sentenzia la polizia del regime, che lo archivia con un’urgenza sospetta, imponendo alla stampa il silenzio. Il padre della ragazza, si rifiuta di accettare per quella figlia piena di vita e così amata la versione ufficiale della tragedia. Nino Marino, coraggioso cronista del “Giornale di Sicilia” indagherà in segreto sulla vicenda, con l’appoggio delle sue fonti – oppositori del regime come lui – e delle tracce lasciate dietro di sé da Cetti: una ragazza appassionata, innamorata dei libri e della sua libertà, e animata da una testardaggine controcorrente. Salvo Palazzolo ricostruisce la vicenda avendola avuta raccontata da un maestro della cronaca scomparso dieci anni fa, Aurelio Bruno ai tempi dell’ORA.

Salvo Palazzolo, di origine modicana, da 26 anni lavora al quotidiano La Repubblica. Nel 2019 è stato nominato inviato speciale. Negli ultimi trent’anni, ha raccontato le trasformazioni del fenomeno mafioso in Sicilia dopo le stragi Falcone e Borsellino. Per le sue inchieste sulla riorganizzazione di Cosa nostra è stato oggetto di minacce. Oggi vive scortato.

Undici Opere, alcune delle quali scritte con i magistrati Nino Di Matteo e Maurizio De Lucia, ci forniscono uno spaccato lucido e profondo sui fatti di mafia in Sicilia del nostro tempo.